Il pisano

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Quarto podere
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Re: Il pisano

Messaggio da Quarto podere »

claudio71 ha scritto:
Quarto podere ha scritto:Il populista medio è un cittadino che magari è anche parecchio ignorante, e d'altronde non si può essere certo tutti intellettuali, e comunque costui, con le sue angosce e le sue paure dovute a questa migrazione epocale, installata su una crisi economica anch'essa epocale, dove trova un interlocutore , a sinistra? No. A sinistra lo insultano perchè è un razzista, e poi perchè c'è da pensà al referendum che inciderà sulla sua vita per lo 0,00000000001%
E allora la trova a destra dove c'è il populista che per piglià voti sa grattargli dove gli prude.
La sinistra non si capisce bene a cosa serve, questa è l'amara verità.
Ti quoto,però permettimi:il populista medio si dovrebbe fa du domande:dato che ormai il problema delll'immigrazione è di carattere mondiale e nessuno dei leader europei per ora riesce a trova' una soluzione,possibile che uno come Salvini in due balletti risolva tutto?no perché se senti lui è facile,pare c'abbia la soluzione a tutto.Ma il populista se lo ricorda che hanno governato 10 anni? Che la Bossi-Fini l'hanno fatta loro? Cosa fa ci va lui di persona a tratta' in Libia per un falli più parti'? A volte bisognerebbe fa ragiona' di più la testa e meno la pancia
E' chiaro che quello che dici è vero, ma dè , un se le son fatte in vent'anni di Berlusconi du' domande vuoi che se le facciano ora?
Quello che rimprovero alla sinistra è che non ci dice in due parole cosa intenderebbe fare.
Secondo me , tanto per cominciare sarebbe l'ora di rimettere in discussione questa càzzo di globalizzazione che finora ha procurato solo sconquassi.
Cominciamo a smettere di pensare che la libertà sta nell'assenza di regole, di limiti e di steccati, sia fisici che sociali.
E' l'esatto contrario. La libertà è garantita dalle regole, dai limiti e dagli steccati.
I limiti, gli steccati, costringono, ma anche difendono.E non mi riferisco ai migranti, mi riferisco anche alla grande stronzata di fare entrare la Cina nel commercio mondiale (da lì nacque il movimento di Seattle, poi denominato no-global) senza prendere le dovute cautele, cosicchè il mondo ha delegato la manifattura alla Cina creando immense sacche di disoccupazione, sacche che quando vanno a votà incazzate come berve votano di rabbia, contro l'estabilishment come ene ene.
Poi sarebbe da dire a chiare lettere che l'integrazione si aiuta con la legalità. La sostanziale impunità acuisce i contrasti, ma ci vole tanto a capillo?
E poi cosa più importante, farsi capofila di un movimento per la droga libera, tutta.
Solo per la paglia.
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ca.scio.
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Re: Il pisano

Messaggio da ca.scio. »

Quarto podere ha scritto:Il populista medio è un cittadino che magari è anche parecchio ignorante, e d'altronde non si può essere certo tutti intellettuali, e comunque costui, con le sue angosce e le sue paure dovute a questa migrazione epocale, installata su una crisi economica anch'essa epocale, dove trova un interlocutore , a sinistra? No. A sinistra lo insultano perchè è un razzista, e poi perchè c'è da pensà al referendum che inciderà sulla sua vita per lo 0,00000000001%
E allora la trova a destra dove c'è il populista che per piglià voti sa grattargli dove gli prude.
La sinistra non si capisce bene a cosa serve, questa è l'amara verità.
ma certo la sinistra in italia a livello parlamentare o comunque di partiti che abbiano un minimo di peso non esiste più (e già da parecchio), il pd è un miscuglio di persone che sono molto interessate agli affari, nessuna parte politica si occupa più degli aspetti sociali che sono lasciati a se stessi o al massimo delegati a questioni di ordine pubblico con il risultato di un inasprimento dei conflitti sociali. su questo sfondi una porta aperta, sul populista medio io penso che oggi come oggi con la possibilità che il web ti da di poterti documentare (seriamente) su tante cose la storia dell'ignoranza regge un pò poco tranne forse che per la polazione ultra 70enne (solo quelli che non hanno mai avuto la possibilità di istruirsi)
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SATOLLO
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Re: Il pisano

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La terza guerra mondiale è il nono album in studio degli Zen Circus. In dieci tracce racconta il disprezzo verso il diverso, la rivoluzione solitaria, il disagio generazionale, la solitudine al tempo dei social, il rapporto odi et amo con la provincia. Temi già emersi nei precedenti lavori della band toscana, per scelta sempre fotografati, ma mai giudicati. Una sorta di selfie super partes, apprezzatissimo dal pubblico. Lo dimostrano i cinque sold out nelle prime cinque date del tour. Biglietti esauriti anche la sesta tappa, quella di stasera, all’Hiroshima Mon Amour di Torino.

Gli Zen Circus sono tornati all’antico, gli strumenti suonati in studio sono quelli alla base del punk rock: chitarra, basso e batteria. «Un trio che ha sempre funzionato - spiega Andrea Appino, frontman della band - anche se, avendo finalmente uno studio tutto mio, abbiamo cercato sonorità pop rock, tipo quelle dei Weezer». La genesi è stata lunga. Gli Zen sono partiti da 44 provini, scendendo a 35 possibili tracce per poi selezionare le dieci presenti nel disco. Dopo due mesi in studio, tra missaggio e post produzione, è nato La terza guerra mondiale: «I brani esclusi avranno sicuramente una loro vita, un giorno».

Il disco è un’istantanea della società attuale: tutti contro tutti.

«La guerra può avere vari significati. Da una parte c’è quello canonico, il conflitto armato: la terza guerra mondiale c’è già, più di 60 Paesi combattono e quasi nessuno ne parla. Dall’altra parte, i social: nel virtuale c’è una voglia di sangue incredibile, si è contro tutto e tutti: immigrati, politici, persone comuni. E quindi ci siamo chiesti: “Ok, e se scoppiasse veramente anche per noi una terza guerra mondiale? Con chi ci schiereremmo?”».

Una situazione solo italiana?

«No, no. Io sono stato insieme a una ragazza americana, ho vissuto l’ascesa di Trump. Lui rappresenta un’America che non è solo New York o Los Angeles, in cui non vivono solo i benestanti che hanno studiato. Trump è un Berlusconi a stelle e strisce molto pericoloso, ma la sua vittoria deve farci capire una cosa: oggi la bilancia del voto pende dalla parte di chi vive il disagio sociale, quindi soprattutto lontano dai centri culturali. Anche la Brexit, per esempio, è stata votata fuori da Londra».

L’album parla anche della “rivoluzione”.

«Sì, ma in chiave diversa perché quella parola ha perso di significato. Oggi “rivoluzione” è controllare i nostri consumi, decidere cosa mangiare e cosa no, boicottare magari un centro commerciale per acquistare prodotti da altre parti. È una rivoluzione? Se lo è, si tratta di un qualcosa che riguarda il singolo individuale: una rivoluzione egoista».

Ilenia, il primo singolo, descrive proprio le piazze affollate, ma innocue.

«Il testo è nato dalla lettera di una fan, che in realtà non si chiama Ilenia. Ci è piaciuta parecchio, perché non è retorica: racconta il disagio generazionale che io, a 38 anni, non potrei descrivere, sarei ridicolo. Così abbiamo preso la sua visione e l’abbiamo fatta diventare un testo. Poi abbiamo pensato: “Uao, figata: ora i fan ci scrivono anche le canzoni” (ride, ndr)».
Un po’ come è successo per un altro brano, Zingara.

«Sì, quella è la prima canzone scritta dagli italiani, anche se inconsapevolmente. È figlia dei commenti di odio trovati su Youtube, postati sotto i video che raccontano la vita degli immigrati».

È vero che, come intro, avete pensato di inserire il testo della Zanicchi?

«Ci piaceva l’idea di far vedere come è cambiata, negli anni, la percezione della figura della zingara. Poi abbiamo deciso di non fare niente per una questione di diritti, ma in realtà, per errore, la prima stampa dei cd è uscita proprio con l’intro della Zanicchi! Forse dovremmo farli pagare un po’ di più (ride,ndr)».

Un altro tema, ricorrente nei vostri lavori, è il rapporto con la provincia.

«Non si può fuggire dalla provincia. Io sono pisano, abito a Livorno, e torno a Pisa rarissimamente. Ho sempre un po’ di magone, il mio è un rapporto di amore e odio come quello provato da tante persona. Resto comunque provincia-centrico: ho vissuto per un po’ a New York, mi sono innamorato della città, ma mi sono subito schifato. Troppo frenetica. Stavo lì e pensavo al quartiere popolare, a me con la birra in mano, il vento in faccia e basta. Mi mancava la tristezza del martedì sera, quando vuoi fare tardi ma non puoi andare da nessuna parte perché non c’è niente. Pisa xxxxx parla della provincia e di come crei dipendenza».
Il disco è molto apprezzato, ma c’è un brano che ha fatto storcere il naso alla critica: L’anima non conta.

«Che poi è il pezzo più amato dai fan durante i live (ride, ndr). In realtà è un pezzo soul anni Settanta, ma va bene così: la critica non rappresenta il gusto di tutti. Qualcuno ha scritto che sembra un pezzo di Ligabue».

O di Tiziano Ferro.

«Oh, Tiziano Ferro con la voce fa delle cose incredibili. Rosso relativo è un pezzo della xxxxxx, quando è uscito non l’ha capito quasi nessuno».

L’America, la Toscana, nel disco c’è anche un po’ di Torino con San Salvario.

«Ho abitato in quel quartiere una decina di anni fa, quando mi ero trasferito a Torino per amore. Era il 2005-2006, lavoravo nel call center di 12 40. San Salvario l’ho scritta proprio in quel quartiere, così come tante canzoni finite di Andate tutti affanculo. Nel testo c’è anche un riferimento al kebab di “Horas”: il gestore è egiziano, accoglie tutti dicendo “Ehi, clandestino, avete rovinato l’Italia”. Geniale. Lì ci ho anche mangiato anche con Moltheni, che scherzosamente mi ha detto: “Il disco dovresti chiamarlo Pisa xxxxx”. Lo abbiamo accontentato intitolando così la quarta traccia. Insomma, “Horas” è un posto speciale: dopo il concerto andremo sicuramente lì a fare l’aftershow. Questo devi assolutamente scriverlo».
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SATOLLO
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Re: Il pisano

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Re: Il pisano

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SATOLLO
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Re: Il pisano

Messaggio da SATOLLO »

sono bravini via su, mai come Vinicio ma quello è improbo per tutti
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Quarto podere
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Re: Il pisano

Messaggio da Quarto podere »

Meglio la prima, la seconda è più o meno parlata, (rappata) come un po' tutte le canzonette di questi tempi, e a me personalmente le canzoni cantate così m'avrebbero anche scassato le palle.
Solo per la paglia.
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Marsan 2.0
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Re: Il pisano

Messaggio da Marsan 2.0 »

Quarto podere ha scritto:Meglio la prima, la seconda è più o meno parlata, (rappata) come un po' tutte le canzonette di questi tempi, e a me personalmente le canzoni cantate così m'avrebbero anche scassato le palle.


Allora per andare a vedere fedez si va con la tua?
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Quarto podere
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Re: Il pisano

Messaggio da Quarto podere »

Marsan 2.0 ha scritto:
Quarto podere ha scritto:Meglio la prima, la seconda è più o meno parlata, (rappata) come un po' tutte le canzonette di questi tempi, e a me personalmente le canzoni cantate così m'avrebbero anche scassato le palle.


Allora per andare a vedere fedez si va con la tua?
Onorato ma ho altri impegni.
Solo per la paglia.
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SATOLLO
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Re: Il pisano

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Vittu
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Re: Il pisano

Messaggio da Vittu »

tutto sto casino per 3 tavole muffite e imbarcate...
PETRONI VATTENE
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