GATTUSO AL MILAN

serie A, serie B, dilettanti, amatori, rugby, bocce, tappini ecc.

Moderatore: Pietrino

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  • martino pisano ha scritto:Condivido in parte il post di lulliotravallio, però se fallisce farà come Inzaghi, ripartirà dalla lega pro . . . certo in due anni passare dal campo sportivo di Filettole a Milanello, al Milan Lab non è male . . .
    Inzaghi è la dimostrazione che un fallimento è tale quando non ci insegna niente...

    :geek:

    Stasera son senza frase.
  • altri dettagli di Rino
    che ci riguardano
    altre piccole cose che saltano fuori tute più o meno già sapute, ma non è mai troppo il ringraziamento che gli dobbiamo

    dalla gazzetta di oggi


    Rispetto,fiducia, lavoro
    Il Milan impara a leggere
    il vocabolario di Gattuso
    1Dal playoff thrilling contro il Foggia alle «battaglie» di Pisa
    Le parole, i gesti eirituali per scoprire il lato segreto del tecnico

    Alessandra Gozzini
    MILANO
    La storia riparte da De Zer-
    bi, l’avversario sulla pan-
    china del Foggia che oggi
    ha traslocato a Benevento. De
    Zerbi era un altro centrocam-
    pista e iniziò con grandi nume-
    ri nella Primavera del Milan.

    Anche Gattuso giocava in mez-
    zo, con molta più cattiveria e
    molta meno eleganza. Rino è
    arrivato al Milan già grande e
    per diventarlo ancora di più:
    dalla squadra dei giovani è ri-
    passato solo da allenatore e per
    caricarsi a un altro salto, quello
    in prima squadra. L’ultima
    esperienza di Gattuso in prima
    squadra è al Pisa e l’ultima vol-
    ta che si era sentito in Paradi-
    so, prima di ritrovarlo tre gior-
    ni fa a Milanello, è stata quan-
    do ha battuto De Zerbi e il Fog-
    gia nel playoff che valeva la
    Serie B. Rino se lo rivedrà da-
    vanti nel prossimo week-end e
    tra la prima e l’ultima volta in
    mezzo gli è apparsa anche... la
    xxxxxx. Alla fine della parti-
    ta d’andata del playoff negli
    spogliatoi dello stadio di Pisa,
    Rino fece la sua arringa: «Ab-
    biamo vinto solo la prima par-
    tita. Io cisono passato prima di
    voi, ho vissuto ai miei danni la
    rimonta di La Coruña e quella
    di Liverpool nella finale di
    Champions. Fu allora che vidi e
    parlai anche con la xxxxxx».
    Domenica cinque giugno finì 4
    a 2 per la squadra di Rino, al
    ritorno a Foggia una settimana
    dopo De Zerbi lo fermò sull’1 a
    1, ovviamente insufficiente a
    ribaltare il punteggio e a evita-
    re la festa nerazzurra. Sì, in ef-
    fetti l’ultima festa di Gattuso
    aveva i colori «sbagliati». A
    Foggia la rimonta avversaria
    non si verificò: il vantaggio fu
    difeso con grinta e cuore, an-
    che se Rino ha subito specifica-
    to di essere molto altro. Allora
    bastò e l’allenatore fu da esem-
    pio. Alla squadra, prima che i
    giocatori salissero in campo,
    strillò: «Non ho mai incontrato
    una persona che strappasse il
    cuore a un’altra. Io le finali le
    ho giocate e siamo sempre uno
    contro uno! Guardate in faccia
    il vostro avversario e state certi
    che qui non vi toccherà nessu-
    no». Una bottiglia in testa, pro-
    babilmente lanciata dalla tri-
    buna, colpì lui, ma la squadra
    rimase effettivamente incolu-
    me. Nel riscaldamento fu Gat-
    tuso ad «aggredire»: lo ricorda
    chi quel pomeriggio era in
    campo e anche qualche filmato
    ancora disponibile su youtube.
    Quando Rino si presentò allo
    stadio e ai fischi dei foggiani
    replicò: «Fate uno alla volta!
    Voglio rispondere a tutti!». Ri-
    spose, semplicemente, sul campo.
    SCARPE Domenica la sfida con
    De Zerbi, dopo che l’ultima
    volta finirono entrambi espul-
    si, si rinnoverà due categorie
    più in alto: dal playoff di Lega
    Pro alla Serie A. Nel frattempo
    Gattuso è tornato a Milanello
    ma con un ruolo nuovo: allena-
    tore della prima squadra. Certe
    caratteristiche sono invece
    quelle vecchie: già dal primo
    allenamento sièintuita la
    grande intensità e il lavoro fisi-
    co, con ritmo alto già nel torel-
    lo. Nelle altre esperienze da al-
    lenatore Rino partecipava con
    la squadra e non mancava di
    entrare in scivolata: qualche
    tackle così, giusto per iniziare.
    Finito il lavoro sul campo e una
    volta svestiti i panni deltecnico
    di temperamento Rino pare
    sappia essere più tenero, alme-
    no in parte: a Pisa la situazione
    del club era avvilente, e Gattu-
    so ha ricordato tante volte le
    difficoltà economiche del caso.
    Più dei dipendenti che dei gio-
    catori ma in ogni caso Rino ve-
    niva in soccorso: appeso fuori
    dalla porta dello spogliatoio
    un foglio bianco suggeriva alla
    squadra di farsi avanti per otte-
    nere nuove scarpe da gioco. At-
    traverso lo sponsor personale
    ci avrebbe pensato direttamen-
    te l’allenatore. In altre circo-
    stanze tornava Ringhio, a tutti
    gli effetti, come quando scal-
    ciava bauli di ferro o menava il
    muro a rischio di sfasciarsi
    gambe e braccia.
    RISPETTO Se però c’è una pa-
    rola su cui l’allenatore ha insi-
    stito presentandosi al nuovo
    gruppo quella è «rispetto».
    Non solo verso di lui, anzi più
    verso gli altri: per chi lavora a
    fianco della squadra o ancora
    meglio, se lavora dietro le
    quinte. Altre rigide regole non
    ci sono, Rino solitamente si fi-
    da del suo gruppo di professio-
    nisti: nessun divieto particola-
    re su cibo, tatuaggi, orecchini.
    Gattuso ha ripreso possesso di
    una stanza a Milanello, limi-
    tandosi a cambiare piano. Ora
    è nella camera destinata agli
    allenatori, un tempo divideva
    la famosa tripla con Brocchi e
    Abbiati. L’ultimo, diventato nel
    frattempo club manager, sarà
    ancora di più un confidente.
    Per il resto Rino coinvolgerà il
    suo staff e più direttamente il
    nutrizionista della squadra,
    anche se la dieta sarà stretta-
    mente tradizionale. Il suo pre-
    paratore atletico, Bruno Domi-
    nici,èallievo di Tognaccini e
    Milan Lab: i suoi metodi si inte-
    greranno con quelli di Mario
    Innaurato, appena arruolato
    dalla società. Gli allenamenti
    saranno tosti ma, a parte ieri,
    per lo più in singola seduta e
    alla mattina: almeno il pro-
    gramma dei primi giorni dice
    così. Oggi l’appuntamento è
    per le undici, per poi uscire più
    tardi sul campo. Venerdì lo
    stesso e sabato rifinitura: sono
    le tappe attraverso cui Gattuso
    preparerà il suo Milan al viag-
    gio a Benevento. Potrebbe es-
    sere la prima tappa di un viag-
    gio molto più lungo.
    Pisa pesa il pepe al papa
  • Ottimo esordio, non c'è che dire.
    Il Calciomercato non è ancora finito
  • Forum-power strikes again
    PETRONI VATTENE
  • Vittu ha scritto:Forum-power strikes again
    And again...
    Bastava pòò :mrgreen:
  • 18 partite di Europa League o come si chiama va prima che il Milan un perdeva......

    Altro record
  • :arrow:
    Bastava pòò :mrgreen:
  • Povero Reeno.
    Non credo sia stato per ambizione o presunzione l'aver accettato il timone di una barca costruita male e lasciata sola in mezza alla tempesta, forse per troppo aziendalismo, fatto sta che il nostro eroe rischia
    di fare la fine di Stramaccioni o di Mangia e di ritrovarsi a breve a capo di qualche squadra moldava o kazaka.
    Nel calcio la litania dello sputare sangue, del veleno, della "garra" ormai vale zero.
    Servono nozioni tattiche, serve capire come assemblare un gruppo di venti giocatori di cui diciassette di provenienza diversa, serve sapere come adattarsi diversamente ad ogni avversario, a come cambiare pelle in corsa, a come avere una manovra organica e fluida etc etc.
    Credevo che Gattuso lo avesse capito questa estate, ma mi sbagliavo
    Il Calciomercato non è ancora finito
  • Quarella ha scritto:L'unica fortuna di Gattuso è di essere subentrato per le partite dei playoff due anni fa.
    Se doveva costruire dal nulla come è successo al suo predecessore in campionato, avrebbe già finito la sua carriera da un pezzo.
    Guarda,
    io sono uno di quelli che crede che lui potrebbe fare tranquillamente questo mestiere.
    L'aver saputo gestire una stagione come quella di due anni fa, sbagliando il minimo in un contesto che era una bomba ad orologeria, mi da ragione.
    Però per arrivare a certi livelli (che presumo sia la sua ambizione) serve qualcosa che a lui, che è partito mettendosi in situazioni "estreme" (Sion, Ofi, Zamparini e meravillioso) e dove era fondamentale la sua personalità, più che la sua "conoscenza", manca ancora.
    La scelta di questa estate era perfetta: far crescere tanti ragazzi, e migliorare con loro, senza pressione e senza troppa luce addosso.
    Invece dopo 4 mesi è tornato a dover fare il leader maximo, il condottiero, il conducador nonché parafulmine di una pseudosocietá che non si sa che è, con dei dirigenti che fanno ridere, e con una squadra di belle figurine che si vede hanno annusato l'aria che tira e non vedono l'ora di fare le valigie (mica siamo a Pisa!).
    Rischia di bruciarsi e umanamente mi dispiace anche tanto...
    Il Calciomercato non è ancora finito